Cara Gaia,
dolcissima, ironica, coraggiosa amica. Questa è una lettera di scuse.
Certo, s’intende, è anche una presa di posizione forte, indignata, furiosa, veemente, accanto a te, al tuo fianco.
Ed a sostegno di tutte le donne che, come te, hanno vissuto un’esperienza come quella che hai sentito la necessità di raccontare, della quale qualche idiota inqualificabile ha ritenuto non si dovesse avere rispetto.
A tutte voi dobbiamo delle scuse. Noi, donne che ci riteniamo progressiste, abbiamo mancato. Eravamo convinte, ingenue! Che i diritti civili, frutto di tante battaglie nostre, delle nostre madri, delle nostre nonne, fossero intangibili e fluissero verso il sol dell’avvenire come un fiume inarrestabile. E tra questi, che l’autodeterminazione delle donne ed il loro diritto a disporre liberamente del proprio corpo splendessero fulgidi e duri come il diamante.
Ci eravamo illuse che quella straordinaria stagione di riforme che negli anni 70 ha portato la legge n. 194 (del 1978), consentendo alla donna di scegliere, in sicurezza e riservatezza, di non portare avanti una gravidanza, ma anche il nuovo Diritto di Famiglia (del 1975), la legge sulla maternità nel lavoro (del 1971), la parità uomo-donna nel lavoro (del 1977), non potesse che continuare a fiorire. Che fosse ineluttabile andare sempre avanti. Che tutte quelle leggi di civiltà, con le quali si dava finalmente attuazione ai principi della Carta Costituzionale nata dalla Resistenza, fossero una conquista acquisita, intangibile, uno zoccolo duro su cui costruire un domani migliore per tutte e tutti.
Ci ha pensato la Corte Suprema degli Stati Uniti a darci la dimensione plastica delle volatilità delle conquiste in materia di diritti civili e sociali. Mostrandoci come sia stato facile per 5 giudici conservatori con una sola sentenza, la Dobbs, demolire un caposaldo quale il diritto (federale) all’aborto, che resisteva dagli anni ’70 dopo la famosa pronuncia Roe vs. Wade. Facile, come entrare armati e incontrastati a Capitol Hill con un berretto di pelliccia in testa e devastare tutto.
Che doccia fredda. Pare che non sia finita qui, in pericolo ci sono altre conquiste delle donne e degli uomini americani, come l’uso della contraccezione ed i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Da oltreoceano ci vengono segnali inquietanti e come in passato, nel bene e nel male, spesso sono anticipatori di quello che accadrà dopo poco anche in Europa. Le donne ucraine stuprate, rifugiate in Polonia, quando supplicano di poter abortire, sono già in difficoltà. Non è un caso. E’ lo spirito dei tempi? Francamente lo temiamo.
E nel nostro Paese cosa sta succedendo? Non vi è dubbio che i diritti sanciti da leggi dello Stato devono essere rispettati e soprattutto resi effettivi. Un diritto se resta solo sulla carta, privo di applicazione concreta, è come se non esistesse.
La legge n. 194/78 ha passato nel 1981 anche il vaglio di un insidioso referendum abrogativo. Pensavamo davvero che fosse una conquista intangibile, rafforzata dal consenso popolare. Eppure è stata erosa, svuotata dall’interno, depotenziata.
Ricordiamoci come è intitolata, la Legge del 22 maggio 1978, n. 194: Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Al primo articolo si stabilisce che lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. Che l’interruzione volontaria della gravidanza, non è mezzo per il controllo delle nascite. Che lo Stato, le regioni e gli enti locali devono promuovere e sviluppare i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite. Che per la prevenzione e gli accertamenti vi deve essere un sistema di consultori sul territorio, capillare, facilmente raggiungibile.
Ricordiamoci che prima del 1978 l’aborto volontario era un reato. Relegato nella clandestinità. Di aborto si moriva. La legge interviene per prevenire, ma quando la gravidanza è indesiderata e la donna riporti “circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito”, così recita il testo della legge (the black letter of the law, come dicono gli americani), vuole sottrarre la donna in difficoltà alle mammane, al rischio di perdere la propria salute o addirittura la vita. Abortire non è una passeggiata, mai. Ed ecco la costruzione di un sistema di interventi di prevenzione, incentrato sui consultori, sulla contraccezione e poi, se si arriva all’extrema ratio, sulla garanzia di un saccoglienza sanitaria rispettosa e gratuita, in sicurezza e riservatezza.
E così per lungo tempo è stato, con un crollo verticale delle interruzioni di gravidanza clandestine ed una enorme diminuzione progressiva degli stessi aborti legali.
Ma noi, che illuse eravamo! Pensavamo che, visti i risultati, l’impianto della legge fosse solido, duraturo, condiviso, che le risorse a lei destinate venissero nel tempo garantite.
Eppure, oggi in Italia, ed anche nella nostra civilissima Toscana, non siamo riusciti a mantenere il livello di assistenza pensato dal nostro legislatore affinché la legge raggiungesse i suoi obiettivi.
In certi territori i consultori non esistono e l’obiezione di coscienza, il cui diritto previsto dalla stessa legge 194 nessuno vuole contestare, impedisce di fatto lo svolgimento del servizio. Neanche un medico o un infermiere disponibile. Chi per spirito di servizio si impegna su tale fronte finisce relegato in un ghetto professionale dal quale non riesce ad uscire. Medico abortista! Uno stigma sociale, non solo per le donne, anche per i sanitari che svolgono la loro pubblica funzione. Inammissibile.
Non puoi abolire l’aborto. Puoi solo abolire l’aborto sicuro. Questa è la verità. Le donne purtroppo si troveranno sempre dinanzi a questo dilemma. Per motivi privati, dolorosi, insondabili, insindacabili. Che hanno diritto di non rivelare, se non vogliono. Ma le donne hanno diritto, grazie ad una legge dello Stato, ad essere accolte in riservatezza in una struttura ospedaliera gratuita e sicura, dove ricevere assistenza secondo i migliori protocolli. E sì, se ve ne sono le condizioni sanitarie, anche dove poter ricevere un farmaco da assumere nella propria abitazione, con tutte le cautele del caso, evitando ricoveri e inutili medicalizzazioni. E senza subire atteggiamenti moralistici, senza essere interrogate, sondate, giudicate da chicchessia. Senza dover percorrere centinaia di chilometri per trovare una struttura ospedaliera accogliente. E senza che alcuno ostacoli, in fatto e diritto, la loro libertà di scelta. E dopo, hanno diritto al silenzio, all’oblio. Ad elaborare la loro esperienza dove e come vogliono, nel rispetto. Anche a parlarne, se ciò sembra loro necessario o opportuno, ma senza subire un pubblico linciaggio.
“Non dimenticare mai che una crisi politica, economica o religiosa, sarà sufficiente per mettere in discussione i diritti delle donne. Questi diritti non saranno mai acquisiti. Dovrai rimanere vigile per tutta la vita ” diceva Simone De Beauvoir. Come è vero.
Oggi, se parli di diritti civili da difendere, ti sentirai rispondere che “ben altri” e più importanti sono i bisogni delle persone, come le troppe tasse, l’inflazione o la bolletta del gas. Indubbiamente le criticità economiche ci sono, come negarlo?
Ma nella scala delle priorità che lo Stato deve rispettare, cosa c’è di più importante della salute e dell’integrità fisica di cittadine e cittadini? E la legge 194 si prefigge proprio questo obiettivo, di impedire che le donne di aborto muoiano, come è sempre accaduto nei secoli dei secoli, come ancora oggi a volte accade, ma, per fortuna, in minore misura. Questa è, come dicono i giuristi, lasua ratio. E lo Stato democratico deve garantire che ad ogni donna siano offerte la stessa opportunità, a prescindere dal censo, dalla condizione economico-sociale in cui si trova. Perché al mercato dell’aborto clandestino si rivolgono le donne povere, le immigrate, le minori. A discriminazione si aggiunge discriminazione, anche sulla salute e sull’integrità fisiopsichica, sulla stessa vita.
Già, le minori. I numeri dell’aborto minorile sono sconfortanti. Ci siamo illuse che la prevenzione arrivasse ai nostri giovani, che finalmente nelle scuole entrasse l’informazione sulla vita sessuale, la contraccezione, l’educazione all’affettività, finora delegati alle famiglie ed (ahinoi) ad internet. Nulla di tutto questo. La prevenzione è rimasta un tabù, una parola vuota. Dobbiamo scusarci anche con i nostri figli, maschi e femmine, per non aver fatto abbastanza, per averli lasciati soli in un frangente così delicato per la loro formazione.
Scusaci Gaia, per non aver presidiato e sostenuto abbastanza il tuo diritto a scegliere, in quel particolare momento della tua vita, di non diventare madre. Di autodeterminarti, di disporre liberamente del tuo corpo. Di non doverti giustificare dinanzi a persone che ti definivano “quella”. Che ti giudicavano secondo la loro morale, invece di compiere il loro dovere, in una sanità laica, che ti lapidavano a parole, come si fa con le pietre verso le donne, ancora oggi, in certi paesi.
E accanto a te scusa a tutte le “Gaia del mondo”, a Paola, Fatima, Leila, Claudia, Josephine, Silvia, Irina, Maria, Rosa, Brigitte, Jane e ancora nomi, e ancora donne , scusateci tutte ovunque voi siate, per non aver gridato più forte, nelle manifestazioni, nei cortei, nelle riunioni, nelle assemblee (perché ne abbiamo fatte tante, perbacco, s’intende) in difesa della legge 194, pretendendo, sì esatto, pretendendo che lo Stato, le Regioni e tutta la filiera dei presidi sanitari si assumessero ciascuno le loro responsabilità e garantissero l’effettività dei diritti che nella legge sono sanciti. Battendo i pugni sui tavoli. Chiedendo con veemenza più risorse, più attenzione, più controlli sull’efficacia dei servizi. Più fatti, meno parole.
Intendiamoci, noi ai diritti civili ed alle garanzie abbiamo sempre creduto. Siamo convinte che quando in un Paese si rispettano i diritti delle donne, tutta la società progredisce, perché garantire i diritti delle donne fa avanzare i diritti di tutti. E di questo anche gli uomini devono essere consapevoli, di quanta strada ci sia ancora da fare, insieme, assumendosi ciascuno la propria responsabilità, con senso critico, senza sconti, facendosi carico, mettendoci la faccia.
Oggi è evidente e necessario il fatto che dobbiamo tornare ancora nelle strade, nelle piazze, se occorre nelle aule giudiziarie, alzando la voce, per il diritto all’aborto, per la parità di trattamento nel lavoro, per la parità in famiglia, per la parità nella rappresentanza ecc. ecc.
Come diceva Simone, vigiliamo, donne, vigiliamo, è necessario, per tutta la vita.
Grazie Gaia e grazie a tutte le “Gaia” del mondo.
Abbiamo molto da fare.
Insieme.
Pane e rose a tutte e tutti
PRIME FIRMATARIE
- Marina Capponi
- Daniela Morozzi
FIRMATARI
- Alessandra Pescarolo
- Alessandro Picchioni
- Amelia Vetrone
- Angelo Savelli
- Anna Maria Romano
- Anna Meacci
- Anna Meli
- Anna Scattigno
- Anna Valle
- Antonella Bundu
- Barbara Orlandi
- Bruna Pinasco
- Bruno Casini
- Chiara Riondino
- Claudia Sereni
- Claudio Vanni
- Cristiana Guccinelli
- Daniela Mori
- Daniele Calosi
- Duccio Cavalieri
- Elena Cherubini
- Elia Bianchi
- Enrico Fink
- Fernanda De Luca
- Franca Cipriani
- Giancarlo Mordini
- Giovanni Ferreri
- Irene Romoli
- Isabella Leoni
- Isabella Pregliasco
- Justine Grou-Radenez
- Katia Beni
- Lisa Amoriello
- Marco Vicari
- Marisa Nicchi
- Massimo Capialbi
- Matteo Marsan
- Paolo Assirelli
- Pippo Russo
- Raffaele Palumbo
- Roberto Bianchi
- Roberto Di Loreto
- Sandro Ruotolo
- Sara Nocentini
- Serena Spinelli
- Serenella Molendini
- Sergio Staino
- Silvia Biagioni
- Silvia De Francia
- Simone Gheri
- Stefano “Cocco” Cantini
- Stefano Santomauro
- Susanna Camusso
- Susanna Cenni
- Tiziana Chiappelli
- Tomaso Montanari
- Valeria Cammelli
- Valerio Cataldi
- Vania Bagni
- Vittoria Franco
- Yara Serafini
- Dalida Angelini
- Simonetta Soldani
- Paola Galgani
- Cristina Arba
- Cecilia Del Re
- Tommaso Galgani
- Andrea Vignozzi
- Massimo Gramigni
- Alessio Gramolati
- Sandro Fallani
- Donata Bianchi
- Dimitrij Palagi
- Fulvio Cervini
- Marco Valenti
- Andrea Mitri
- Rossi Massimiliano
- Bruno Casini
- Elena Parrino
- Francesca Meoli
- Cristiana Guccinelli
- Susanna Agostini
- Daniele Collini
- Marina Semprini
- Chiara Molducci
- Teresa Pasqua
- Irene Parlagreco
- Silvia Trovato
- Vania Fanciullacci
- Clementina Maranghi
- Lucia Sargenti
- Letizia Fuochi
- Emilia Mazzei
- Mirco Zanaboni
- Luigi Oldani
- Samanta Tesi
- Costanza Ghedini
- Paola Lucarini
- Denise Maria Filippi
- Roberta Guccinelli
- Alessia Arena
- Fiamma Negri
- Fiammetta Poltronieri
- Francesco Torrigiani
- Chiara Giunti
- Paolo Berizzi
- Antonio Puoti
- Alessandra Pagliai
- Sandra Baragli
- Paola Borghesi
- Mario Vicentini
- Fabio Venneri
- Marinella Salerno
- Sabrina Ancarola
- Franco Frilli
- Alessia Bruni
- Nadia Nidiaci
- Lavinia Pini
- Alberto Pantaloni
- Sergio Zuffo
- Martina Toti
- Sandra Landi
- Susanna Bianchi
- Elide Burco
- Alessandra Taddei
- Patrizia Meringolo
- Massimo Basetti
- Patrizia Mondini
- Catiuscia Corrente
- Elisabetta Lubrani
- Paola Mossuto
- Laura Giannoni
- Tania Cintelli
- Paola Barbetti
- Piero Torricelli
- Enza Cicalini
- Massimo Galantini
- Francesca Rampinelli
- Massimo Torelli
- Luca Fini
- Elena Favilli
- Anna Alvares Vega
- Andrea Burzi
- Grazia Turchi
- Maria Alessandra Serpico
- Cosetta Bindi
- Gianni Falugiani
- Daniela Gartner
- Chiara Cantini
- Gianni Andrei
- Irene Romini
- Andrea Bagni
- Maurizio Garofano
- Stefano Bartolini
- Silvia Alessandri
- Giusy Mazza
- Rossana Casu
- Delia Demma
- Michele Passione
- Silvia Nocentini
- Alessandra Scoscini
- Patrizia Salerno
- Cristina Morozzi
- Carlo Carucco
- Virginia Manco
- Manuela Marigolli
- Cristina Eva
- Franco Dominici
- Francesca Paolieri
- Ilaria Boccafogli
- Patrizia Bernieri
- Massimiliano Stacchini
- Lorenza Ravaglia
- Silvia Biagini
- Paola Pisano
- Nicoletta Bambi
- Luciana Butera
- Luciana Rotter
- Daniele Capuano
- Daniele Magrini
- Giulia Spalla
- Anna Pinto
- Isabella Sileoni
- Micaela Frulli
- Sara Bruschi
- Silvia Nannini
- Jacopo Storni
- Laura Bartolini
- Cristiana Rossi
- Andrea Aiazzi
- Carla Stranieri
- Paolo Hendel
- Antonella Cappe’
- Letizia Lusini
- Cristina Pierattini
- Eleonora Paglini
- Luciana Ceccarelli
- Antonio Canzano
- Mario Batistini
- Maria Angela Cresti
- Sabina Sorace
- Angela Bagni
- Annamaria Giovani
- Alessio Bettini
- Gabriele Doria
- Teresa Sarcinelli
- Alessandro Bellucci
- Eleonora Padula
- Alessandra Concha Gatti
- Laila Valente
- Barbara Enrichi
- Sandra Binazzi
- Ilaria Guidelli
- Massimiliano Acierno
- Elena Di Pietro
- Monica Pagni
- Monica Cerretelli
- Gloria Pescarolo
- Maria Teresa Triggiani
- Gabriella Innocenti
- Isabella Leoni
- Maria Beatrice Di Castri
- Chiara Nocentini
- Maria Vittoria Vaccaro
- Alessio Santoni
- Angelo Positano
- Lucia Femminella
- Annamaria Di Giovanni
- Sergio Tosato
- Roberta Gianninoni
- Guido Carotti
- Paola Benedetti
- Sergio Luzzi
- Anna Spissu
- Catia Lapi
- Giovanna Lachi
- Eleonora Montini
- Stefano Torrini
- Massimo Lanza
- Dania Falzolgher
- Armando Punzo
- Adelaide Vitolo
- Antonella Chellini
- Valentina Romanelli
- Paolo Gozzi
- Elena Pianea
- Roberta Montanari
- Marisa Ingrosso
- Mauro Monni
- Anna Salfi
- Gianna Mercatali
- Laura Onofri
- Maurizio Sapora
- Lucia Dantini
- Alessandra Carlomagno
- Mariella Recchia
- Francesca Torricelli
- Chiara Pescucci
- Giusi Salis
- Cecilia D’Elia
- Laura Giuntini
- Costanza Bongi
- Silvia Motroni
- Cinzia Zanfini
- Monica Piva
- Stefano Milani
- Alessandra Favi
- Debora Picchi
- Floriana Conte
- Simona Dell’Ertole
- Francesca Basanieri
- Valeria Borgese
- Enza Gabriele
- Rosetta Sorace
- Carmela Cafazzo
- Irene Ivoi
- Fabrizio Tinti
- Massimo Pelagatti
- Matteo Alaimo
- Cristina Maranesi
- Gigi Ragucci
- Rita Battini
- Luisa Peris
- Mojgan Azadegan
- Andrea Brachi
- Giulia Monini
- Matilde Casasopra Bonaglia
- Danila Baldo
- Gianna Bonciani
- Fabrizio Micillo
- Maurizio Pezzotti
- Sofia Donnantuoni
- Sandra Guglielmi
- Paola Misuri
- Marco Trapassi
- Patrizia Romolini
- Giovanni Torrini
- Francesco Mancini
- Grazia Perini
- Francesca Paci
- Letizia Oliva
- Laila Mescoli
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- Cristina Chiesi
- Sylvie Isabelle Kaminski
- Cinzia Capecchi
- Nicole D’Onghia
- Sandra Scali
- Camilla Tinti
- Patrizia Pastorini
- Luigi Frosali
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- Gabriella Semino
- Silvana Appiano
- Angela Izzo
- Stefania Albis
- Marzia Frediani
- Lorenzo Ballini
- Francesca Chiavacci
- Manfredi Lo Sauro
- Alessandro Vessicchelli
- Anchise Tempestini
- Claudio Stefanacci
- Gabriele Bartali
- Gianni Garamanti
- Cristina Fusari
- Carla Monzitta
- Costanza Ulivi
- Stefania Pezzopane
- Monica Cirinna’
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- Rossella Cobeddu
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- Ortensia Martinez Fucini
- Stefano Zama
- Irene Romoli
- Ersilia D’Avino
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- Nicoletta Manneschi
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- Tina Signi
- Maria Arena
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- Francesca Brunetti
- Serenella Garvoni
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- Lara Panzani
- Sara Falsetti
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- Rebecca Romoli
- Beatrice Barsi
- Camilla Tinti
- Letizia Villatora
- Maria Cecilia Barsi
- Diana Menicagli
- Paola Guerriero
- Adele Arciello
- Federica Grossi
- Angelina Mazzella
- Fabrizio Gorelli
- Federica Leone
- Valentina Cuppi
- Giuseppina Gabriella Daniele
- Claudia Francini
- Massimo Colvagi
- Franco Feri
- Francesca Testa
- Fausta Spazzacampagna
- Mascia Adelaar
- Paola Vestri
- Eva Gebhardt
- Fabrizia De Lorenzi
- Filippo Furioso
- Laura Pisano
- Emma Riggio
- Cristina Calvanelli
- Virginia Martini
- Valeria Bertini
- Manuela Casarano
- Domenico Antonio Di Rienzo
- Federica Mennuti
- Valerio De Santis
- Kim Anna Maria Amelotti
- Francesco Lamantia
- Lorella Antimi
- Enzo Susini
- Mirko Gianformaggio
- Costantino Lazzeri
- Franco Baracchi
- Elisabetta Bocci
- Severina Vincenza Errico
- Daniela Doveri
- Francesca Breschi
- Michela Stellabotte
- Grazia Gerbi
- Francesca Caselli
- Elisabetta Bargilli
- Carla Calugi
- Alberto Di Cintio
- Sara Nanni
- Daniela Nasci
- Antonio Giuliani
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- Maria José Caldés Pinilla
- Monica Pucci
- Simona Picchi
- Paola Ceccherini
- Elena Miniera
- Carmela Striano
- Silvia Miniera
- Valentina Spataro
- Francesca Cannoni
- Patrizia Vanni
- Sylvia Bischi
- Laura Berni
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- Rosanna Battini
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- Claudio Anasarchi
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- Elisabetta Ceccherini
- Federico Bianchi
- Zoe Mattern
- Claudia Susini
- Maria Grazia Larice
- Susanna Del Gigia
- Maria Luisa D’Amore
- Paola Giannetti
- Diletta Florita Manetti
- Gloria Corriga
- Matilde Pelagatti
- Rosalba D’Amore
- Giorgia Massai
- Massimo Palumbo
- Monica Mazzanti
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- Simonetta Buccianelli
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- Manuel Panicagli
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- Silvia Rosellini
- Rossella Teodori
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- Antonella Lamberti
- Cecilia Pratesi
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- Paolo Gregorig
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- Alessandra Vecoli
- Riccardo Romboli
- Giuseppina Ciardi
- Elisabetta Melani
- Sara Mori
- Cristina Matteuzzi
- Laura Mosconi
- Vinicio Vignozzi
- Sonia Saba
- Manuela Guerreschi
- Marco Guarisco
- Marzia Benelli
- Maria Antonietta Difonzo